Rivoluzione nautica: il momento di cambiare è adesso

Le società che svolgono servizi di istruzione e formazione, le scuole nautiche e le associazioni e circoli) che operano per divulgare la cultura nautica, sono state spesso penalizzate sul tema della trasformazione digitale.  Probabilmente i numeri “non così elevati” degli operatori e le competenze tecniche richieste per lo sviluppo, hanno sempre sfiduciato le grandi software house dall’idea di dedicare attenzioni a questa nicchia di mercato. Costruire percorsi automatizzati, in un settore dove troppo spesso le dinamiche cambiano, non doveva essere per niente semplice e nemmeno vantaggioso. L’uniformazione degli esami di patente nautica a livello nazionale e la volontà del Ministero di istituire un albo nazionale per le figure professionali di istruttori di vela, skipper e mediatori marittimi per il diporto, sono indicazioni importanti che preannunciano l’arrivo di un periodo di ordine e stabilità. Questo ci ha spinto a lanciare sul mercato attuale un nuovo strumento digitale in grado di rivoluzionare il metodo di gestione di queste attività.   

Le tipologie di scuole nautiche: chi domina il mercato?

Abbiamo intervistato un centinaio di operatori del settore, inquadrando alla fine tre categorie di persone che hanno affrontato in maniera diversa questa transizione normativa dettata dal nuovo esame di patente nautica.

Gli innovativi

Quelli che si sono costruiti un software su misura, un’aula virtuale utile per la condivisione del materiale e per la valutazione dei risultati delle prove svolte dai propri allievi; molti di loro hanno un e-commerce integrato al sito e svolgono corsi online.

La loro didattica

Utilizzano slide moderne, si muovono bene con l’utilizzo di webcam e sfruttano piattaforme meeting per aumentare la loro portata. I loro allievi hanno un accesso privato ad un’aula virtuale per l’allenamento sui quiz d’esame ma non sui compiti di carteggio. Sono ancora scoperti sull’insegnamento delle tecniche di carteggio in formato digitale. Sono costretti ad utilizzare strumenti diversi per anagrafica e prodotti associati ad un cliente prenotazione uscite in barca contabilità, crm, registri di presenze (documenti word o cartacei), strumenti di comunicazione (email, messaggi WhatsApp, telefono).

La loro situazione odierna

Hanno scommesso e sono in pole position verso la transizione digitale. Lamentano costi di gestione e di sviluppo importanti dei software che hanno realizzato e hanno difficoltà nel mantenere aggiornata la piattaforma privata.. Vogliono migliorare, si  guardano intorno con curiosità e attenzione, accolgono con interesse le innovazioni in arrivo sul mercato.

I darwiniani

Ossia la maggior parte del pubblico intervistato che, con grande spirito di adattamento, ha dovuto utilizzare strumenti diversi per arrivare ad ottenere un discreto risultato.  Utilizzano più gestionali: uno per la didattica, che consente di seguire la preparazione degli allievi, e uno per la gestione dei contatti, che consente di avere il controllo dei documenti e dei pagamenti. Inoltre si avvalgono di un crm, una newsletter e i tanto agognati gruppi WhatsApp. Infine si dotano di un software per la gestione di fattura e contabilità. 

La loro didattica

Si sono impegnati e hanno lavorato alla propria didattica producendo lezioni in PowerPoint. Alcune immagini non sono proprio il top, ma con tanta esperienza e personalità portano a casa ottimi risultati.

La loro situazione odierna 

Tengono duro ma percepiamo in loro della stanchezza. Utilizzando così tanti strumenti sprecano tante energie e perdono tempo prezioso svolgendo azioni ripetitive e farraginose.  Sono comunque aziende che hanno uno spirito giovane, aperte al cambiamento che rispondono agli stimoli innovativi, disposte ad impegnarsi per migliorare la loro strategia e gestione di impresa. 

I “boomer anti-tech”:

Ossia la categoria di tradizionalisti convinti, che ormai non li cambi più, quelli della cara vecchia lavagna con carta, penna e calamaio. Loro sconsigliano agli allievi di scaricare le app per esercitarsi sui quiz perché ci vuole la carta, e suggeriscono: “Ci vuole il libro dei quiz oppure stampi il PDIEFFONE ministeriale”.  Scrivono lettere raccomandate per avvisare i loro allievi sul giorno dell’esame e chiedono ai potenziali clienti se la mail che gli hanno appena comunicato “è tutta in minuscolo”. Non manca il tabellone cartaceo o la lavagna dietro la scrivania con gli orari delle uscite in barca scritti a penna con tanto di cancellotti, mastricci e “aspetta che gli do un colpo di telefono che non si sa mai se non vengono…”

Il loro Futuro

Le scuole che hanno ancora la sedia con la ribaltina sono destinate a scomparire. Se non accetteranno il cambiamento e non strizzeranno l’occhio a qualche soluzione digitale, avranno vita molto breve.  La tradizione e l’esperienza non sono sufficienti per “salvare la baracca”: speriamo se ne accorgano in tempo. La clientela sta cambiando, gli allievi richiedono nuovi strumenti digitali a supporto del percorso di studio.  La segreteria di vecchia gestione comporterà perdite di tempo, causate dallo svolgimento di storiche azioni macchinose (mai messe in discussione per altro); mentre i competitor saranno leggeri, e potranno adottare strategie e avere il tempo per compiere azioni dirette sui clienti. Chi non svolterà si troverà in affanno, impegnatissimo e fuori dal mercato.

E tu, che tipo di scuola nautica ti definiresti?

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